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Modellazione virtuale, Reverse enginnering e analisi di Standard deviation

Una volta si usava disegnare al tecnigrafo gli oggetti in fase di studio, oppure chi amava più l’azione che la matita, si imbarcava direttamente nella costruzione andando per tentativi, battendo spesso la testa su problemi che saltavano fuori all’improvviso costringendo a fare passi indietro, modificare se non gettare l’intero lavoro e ripartire. Tempi romantici di pionieri….
Oggi che il tempo è tiranno, le materie prime costano una fortuna e soprattutto l’aspetto “artigianale” di un prodotto non è più considerato cosa romantica, l’inizio migliore che si può dare ad un progetto è quello di un solido studio in fase virtuale, al fine di evitare brutte sorprese, intoppi in fase di produzione e più di ogni altra cosa, per avere un prodotto realmente impeccabile. Contando su un solido reparto di modellazione virtuale possiamo indagare a priori ogni problematica che dovremo poi affrontare nel processo di produzione, trovare eventuali soluzioni oppure semplicemente minimizzare il costo di quei problemi che non possono essere evitati del tutto.
Siamo in grado di modellare, analizzare ed eventualmente prototipare (in prototipazione rapida o con mezzi più tradizionali) forme molto complesse che richiederebbero altrimenti lavorazioni lunghe e costose se realizzate con processi più analogici che digitali.

Qui ad esempio lo studio del telaio di una moto per la Parigi-Dakar.
Talvolta non è necessario partire da zero se si ha il vantaggio di avere già un modello di partenza, in questo caso può essere necessario effettuare lo studio di particolari realmente esistenti, per verificarne l’effettiva bontà, per crearne delle evoluzioni o anche per integrarli all’interno di strutture più complesse, come nel caso di un telaio da adattare ad un motore già esistente.

Nell’esempio che vediamo in foto il motore è stato acquisito con scansione laser e il telaio disegnato intorno al suo propulsore come un abito su misura, conoscendone in tal modo alla perfezione ingombri, punti di ancoraggio e quant’altro fosse necessario.
La modellazione virtuale unita al reverse engineering ci dà modo di studiare la perfetta integrazione di strutture diverse: nel caso del progetto Vertigo ad esempio, l’ergonomia del sedile è stata studiata attorno ad un modello anatomico virtuale al fine di creare il comfort ideale e l’ambiente adatto alla permanenza nella medesima posizione per molte ore.

Questa ricerca preliminare di ergonomia è stata poi inserita in uno studio più ampio riguardante l’intera fusoliera del velivolo nel momento in cui si è passati ad un’analisi più complessiva di tutta la struttura del velivolo.
Fase indispensabile per passare a questa più ampia valutazione è stata quindi la reverse engineering che ha permesso di studiare l’integrazione del sedile all’interno degli spazii disponibili in fusoliera.
La matematica ottenuta dalla scansione laser del moke-up della fusoliera è stata quindi integrata al sedile.

La foto a destra mostra il sedile in bianco integrato alla fusoliera evidenziata in colore rosso.
 

La reverse engineering è un aiuto prezioso ogni qual volta sia utile fare una valutazione di forma o lavorare sulla forma stessa. Nel caso del progetto Vertigo, la perfezione di forma e di simmetria della fusoliera è stata ottenuta con questo processo: una volta ottenuta la matematica dell’oggetto tramite acquisizione mediante scansione laser, si è passati alla divisione lungo il piano di riflessione mediana longitudinale, una delle due metà è stata quindi rovesciata in una visione speculare in modo da poterla sovrapporre all’altra(cioè la parte destra è stata trasformata rovesciandola come in uno specchio in una sinistra) e le differenze di forma cioè lo standard deviation è stato evidenziato. Nelle foto il colore rosso indica la massima deviazione di forma dallo standard.